Fotografia che ci fa scoprire una Milano sempre diversa da come ce la immaginiamo, che apre al sorriso e alla meraviglia, che trova sempre qualcosa di originale da mostrare. Fotografia in cui l’essere umano è una presenza costante e centrale. Un fotografo, Diego Bardone, che in questa città si muove con garbo e rispetto verso i soggetti fotografati, in realtà verso tutto, anche le cose e le idee, riuscendo a raccogliere come suggerisce Francesco Tadini nel testo che scrisse per Street Life Milano – il primo libro di Diego Bardone – «lezioni poetiche milanesissime, intrise di ironia e realismo al tempo stesso, quali le parole di Delio Tessa – o le surrealtà di Dino Buzzati! – e tradurre le migliaia di occasioni in lampi di racconto».
All’interno del TG FOTOGRAFIA (qui info https://federicapaola.wordpress.com/2021/03/10/tg-fotografia-torna-ad-aprile-2021/) un telegiornale dedicato solo alla fotografia, “10 minuti con” è un breve appuntamento con fotografi, sia nazionali che internazionali, dove si parla di alcuni aspetti fondamentali o di un loro lavoro o della loro ricerca in generale.
Ai 10 minuti con può seguire, a discrezione di Federicapaola Capecchi ed anche del gradimento dell’autore da parte del pubblico, un approfondimento che, a quel punto, diventerà lo speciale “focus on”.
Mercoledì 7 Aprile 2021 è stata la volta di Diego Bardone.
Con Diego abbiamo ripercorso alcuni momenti del suo essere fotografo di strada e alcuni suoi cicli precedenti, come “Faceless: An Ode to Privacy Laws” – dove aveva costruito un racconto con una serie di fotografie con le identità oscurate, creando una riflessione toccante ma giocosa sull’identità umana e sulle norme della Privacy.
A partire da lì ci siamo chiesti se, in “Strange Days”, dove i volti sono mezzi oscurati dalle mascherine, ci trovassimo ancora dinanzi ad un problema di identità … ma di diverso tipo.
Gli ho chiesto come fosse nato questo libro in questo momento così atroce, dal momento che per Diego Bardone le persone – i suoi attori inconsapevoli – sono la sua allegria errante che diventa fotografia. E in un 2020 di Pandemia l’allegria nei suoi attori, protagonisti e co-protagonisti non nasceva spontanea sui volti, per quanto nascosti e mascherati.
Diego Bardone il più ironico – tagliente e, al contempo, lieve come una carezza – tra gli street photographer italiani ci ha abituato ad essere spettatori sorridenti della commedia quotidiana racchiusa nelle coincidenze, nei passaggi, nei repentini incroci di mille vite metropolitane e di un piccolo teatro dell’assurdo. Un popolo prigioniero e mascherato, a testa bassa, dalle posture “sospese” in un tempo senza tempo sembra interrogarsi – in questa piccola serie fotografica sulla possibilità di riaprire il volto al sorriso e al futuro “che sarà diverso” (si dice in giro!). [Strange Days, Francesco Tadini]
Sono diverse in “Strange Days” le foto, non solo ironiche come sempre, ma anche e soprattutto affettuose e poetiche. Più che in altri momenti. Forse una speranza, un omaggio alla possibilità di riaprire il volto ad un sorriso e al futuro. D’altronde Diego Bardone è così, una persona e un fotografo che sa davvero cosa vuol dire sorridere alla vita. E amarla.
Uno sguardo capace di raccontare la metropoli nelle sue dimensioni, anche antitetiche,
e l’occhio sempre puntato sulle persone. Una fotografia capace di cogliere contraddizioni, aspetti ironici, capace di farci sorridere. A Diego Bardone, con la sua fotografia, non sfugge nulla che non possa far sorridere alla vita!