Amatevi idioti!
È un’affermazione di CharlesBukowski, ma potrebbe uscire anche dalle labbra di Diego Bardone, nella sua genuina e bella schiettezza, quando parla di vita vera e quando gioca a fare “il rude”. E potrebbe, in parte, raccontare questa selezione di fotografie dedicata al bacio.
In parte, perché quando Diego Bardone guarda e fotografa Milano e le persone, va in scena la vita. Tutta. I piccoli dettagli, i particolari, istanti di vita e situazioni che gli passano davanti o che scruta con attenzione.
Riesce a cogliere le domande e i misteri della normalità. Fa dell’ordinario, straordinario.

La fotografia di Diego Bardone è densa di immagini immediate, vitali, ironiche; una visione unica della città e delle persone che lo circondano. Frammenti e ritagli di vita quotidiana in un complesso di particolari che liberano passante, oggetto e architettura dall’anonimato. E così avviene per ognuno di questi baci. Lontani dallo stucchevole si vestono di ironia, di leggerezza, di semplicità, di unicità. Tempismo e inquadratura sono due degli elementi chiave delle sue fotografie. Brassaï diceva: “La mia ambizione è stata sempre quella di mostrare la città quotidiana come se la scoprissimo per la prima volta […]”, e questa attitudine sembra propria anche di Diego Bardone, che in ogni situazione, anche in questi semplici baci e scambi di tenerezze, riesce a restituire stupore e un sorriso.
Diego Bardone, come ogni buon fotografo di strada, cammina. Cammina, parla, osserva, aspetta e poi cammina di nuovo. Fiducioso di trovare dietro l’angolo qualcosa di sorprendente o inatteso o sconosciuto. In queste fotografie, di bacio in bacio, invece, ci svela il lato nascosto di qualcosa che in fondo conosciamo già e bene. Ma di cui, spesso, sottovalutiamo il valore della semplicità. Ogni bacio di questa selezione di fotografie racconta storie dai molteplici scenari, cogliendo attimi di vita cui dare senso e valore, allontanandoli dal risveglio di emozioni sdolcinate. Sono baci così semplici e così veri. Racchiusi in composizioni studiate, armoniche, e ad un tempo, naturali, fatte anche di ombre e geometrie nette che rendono i protagonisti attori di un teatro intriso della poetica del quotidiano. Molte delle fotografie in mostra rivelano poi un radicato senso della profondità, tipico di Diego Bardone, che ama giocare con la posizione degli elementi nei vari piani della fotografia.

Il suo bianco e nero, perfetto per il suo racconto, vive spesso di neri intensi che conferiscono alla foto e alla storia il privilegio di non conoscere il tempo; muove questi baci con delicatezza, in composizioni dallo stile unico, pieno anche di una profonda calma.
Come Virgilio Carnisio – maestro della fotografia di documento – Diego Bardone attraverso la semplicità e la lievità scava a fondo della realtà; ritrae luoghi, persone, desideri, il mondo reale. Svelandone spesso i suoi significati nascosti o per i quali siamo spesso disattenti. Diego Bardone è alla continua ricerca della poesia dell’ordinario e la lascia attardarsi nella nostra mente attraverso la poesia visiva delle sue fotografie, come questi baci, immagini di un sogno appena iniziato. Chapeau.
E quando la vita reale e la fotografia sanno contenere e contemplare i sogni, non ci sono fronzoli, né chiacchiere, né scusanti, né indugi, né si può tergiversare. Dunque … amatevi, idioti! Federicapaola Capecchi
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Le foto sono di Diego Bardone. Ne è vietato qualsiasi utilizzo e riproduzione.
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